Vasco Rossi is an Italian rock sensation for the past 30 years - but his London debut happened only last week, May 5 at the Apollo Hammersmith. How did it go? Every picture tells a story.... My report appears today in the Italian weekly OGGI.

I Veterani: Guido Elmi, il Gallo, e Maurizio Solieri

Il folgorante debutto londinese di VASCO ROSSI.


Testo e foto di Armando Gallo.


Londra, Inghilterra, maggio 2010


Vasco Rossi e’ arrivato a Londra come un imperatore. E’ sceso dal pulman della produzione che lo accompagna nei suoi trasferimenti europei e ad attenderlo c’erano tutti i suoi amici di Zocca, quelli di Bologna, quelli da tutte le parti d’Italia, quelli che vivono a Londra e in Scozia e anche chi, come il sottoscritto, vive a Los Angeles. C’era perfino l’ambasciatore italiano a Londra, Alain Giorgio Maria Economides.  Tutti hanno fatto largo al rockstar, questo ragazzo quasi sessantenne, in scarpe da ginnastica, con un berettino perenne per l’incombente calvizie e una maglietta nera infilata nei jeans per nascondere qualche chilo di troppo sullo stomaco, che era venuto a Londra per il suo debutto in terra inglese, patria dei suoi amati Rolling Stones.

Vasco Rossi e’ una star anomala, come del resto tutti gli artisti nati sotto il segno dell’Acquario - Bob Marley, Peter Gabriel,  Paul Newman, De Andre’ e Charles Dickens e Garth Brooks con i quali divide il compleanno, il 7 febbraio. Vasco ha iniziato a cantare per scommessa nel 1977 e in breve e’ diventato lo scapestrato che voleva “andare al massimo” in una “vita spericolata” dove “non si dorme mai”

per ritrovarsi con il “fegato spappolato”… eppure e’ sopravissuto.

Nel 1998 decise si fermarsi un attimo e’ riflettere su alcune  canzoni che aveva scritto per se, in momenti molto particolari durante i suoi anni burrascosi di rocker maledetto. Canzoni per me doveva essere un album pubblicato in sordina, senza molta promozione. La copertina mostrava per la prima volta il suo viso aperto, senza occhiali scuri da rockstar. Quell’album di canzoni intime diventava l’album della svolta perche’ si scopriva il Vasco Rossi, cantautore.


I recenti anni di Vasco sono stati una potente escalation di ritrovi annuali sui migliori stadi italiani. Record di presenze, record di dischi venduti, canzoni analizzate da popolo ed esperti come un onesto spaccato di vita italiana.

Vasco provoca e sente il polso dell’italiano come nessun  altro.  E le sue canzoni quando vengono presentate dal vivo con la sua ‘amazing band’  diventano sempre una celebrazione del migliore rock. E dopo oltre 30 anni di carriera e’ arrivato in una delle tane piu’ mitiche del rock: l’Odeon Hammersmith Theatre, ora ribattezzato HMV Apollo. Un sogno avverato, uno straordinario debutto al quale i suoi migliori fans non hanno voluto mancare.  Di fronte ad una folla delirante di oltre  5mila persone Vasco ha fatto uno dei migliori concerti della sua carriera. Ha finito con il pubblico che cantava Albachiara e lui, felice come un bambino, ha gettato occhiali, berrettino e perfino la maglietta inzuppata di sudore al suo pubblico e se ne andato a torso nudo. Pronto a salire sul pulman di questo magico tour europeo e proseguire per Bruxelles, Zurigo e Berlino. La band ha terminato il concerto, ma tutti hanno stentato a lasciare il palco. Il fedelissimo Maurizio Solieri, con Vasco da 33 anni, ha gettato al pubblico tutti i peltri con i quali aveva suonato le sue chitarre. Gli altri musicisti hanno fatto lo stesso andando a bordo palco e stringendo le mani di una grande platea che aveva cantato con Vasco per l’intero concerto.


Il suo pubblico di Londra era in fila di fronte all’Apollo sin dal mattino. Posti numerati in galleria, ma la platea  era ‘standing’ e chi voleva assicurarsi un posto sotto palco doveva arrivare presto. Cori e striscioni come fosse un ministadio. I bagarini inglesi hanno cercato invano biglietti da comprare per poi rivendere ad alto prezzo. Nessuno ha mollato. “Non lo darei via nemmeno per 500 sterline” ha detto Claudio Marchiori che vive a Londra e portava al concerto la sua compagna inglese Gail Simpson. “Lei non ha mai visto Vasco dal vivo e stasera’ capira’ cosa significa un concerto di Vasco.”

“Cosa significa?” gli ho chiesto

“Partecipazione, gioia, felicita’. Tutti uniti a cantare le nostre canzoni con lui.

“Yeahhhhhh” gli fan coro tutti quelli che ci stanno attorno.


Vasco e’ arrivato verso le sei con il pulman che tagliava la folla come se fosse l’arca di Noe’ che attraccava all’asciutto. Ambasciatore italiano, telecamere della RAI, fotografi, giornalisti e qualche fortunato che si becca anche l’autografo.

La band e’ gia’ in teatro da un paio d’ore e ha tutto pronto per Vasco che fa il sound check con la canzone che aprira’ la serata, “Un gran bel film”. I fans, serrati contro le porte ancora chiuse, sentono il sound check e  gia applaudono da fuori.


Alle 8 e 10 Vasco scende dal suo camerino e fa cerchio con la band pronta a salire su questo mitico palco. “E’ questa la prima volta a Londra anche per te” chiedo a Solieri.. “Il veterano del gruppo mi guarda e in attimo vedo nei suoi occhi l’ intera carriera passargli davanti: “E’ la prima volta” mi sussurra sorridendo. Vasco vede l’adrenalina che assale la sua ciurma e fa, “Ragazzi stasera e’ come suonare a Piove di Cento!” Le mani di tutti si uniscono in un boato e il nervosismo sparisce.

Il concerto si srotola con Ieri ho sg. mio figlio, Cosa vuoi da me, La nostra relazione fino ad arrivare al piu’ recente successo, Sto pensando a te, la prima canzone scritta da Vasco a Los Angeles con Saverio Principini, l’ex leader della mitica band romana Astaroth che da quasi 20 anni collabora alle registrazioni di Vasco a Los Angeles.

La canzone e’ intima e si materializza nel primo grande coro del pubblico londinese.

Gli angeli viene introdotta da Vasco con un sentito ricordo per il suo carissimo amico Maurizio Lolli, scomparso ad agosto del 1994. “Maurizio se n’e andato troppo presto, ma questa canzone con e’ solo per gli amici scomparsi, ma e’ una canzone per la vita, la nostra vita, specialmente quando gli angeli non vengono piu’…”

Seguono Domenica lunatica e Bollicine due classici che gettano una curva iperbolica nell’ingranaggio del concerto e Vasco finisce come se fosse irrigato da milioni di bollicine: si diverte, si muove con sorprendente agilita’, sembra giovanissimo e ti fa capire che il rock e’ un segreto di l’eterna giovinezza.

Anima fragile, Io perdero’ e Ad ogni costo si susseguono come onde che si infrangono su una spiaggia in piena estate. La platea dell’Apollo e’ in fibrillazione.

E si arriva all’interludio. Quando Vasco, e tutti noi, possiamo tirare un respiro.

Maurizio Solieri ci offre un saggio del suo talento alla chitarra classica e l’intera band lo segue con assoli si squisita bravura.

Vasco torna sul palco e scherza con Sono ancora in coma, Delusa e Quanti anni hai. Poi …Stupendo che ci offre un gioco di luci che illumina l’intera platea:  Vasco si trova davanti il massimo della soddisfazione. Non c’e’ una persona che non canti a squarciagola con le braccia alzate al cielo. “Sono queste immagini che mi costringono a tornare a suonare” dira’ piu’ tardi in maniera piu’ sincera di quella che fa “Vado in tournee perche’ devo trovare una scusa per uscire di casa” Entrambe simpatiche dichiarazioni che spiegano quanto questo artista e i suoi fans abbiano bisogno di entrambi (the feed from each others)


Il concerto finisce con Un senso, la canzone scritta per il film Non ti muovere di Castellitto e con Il mondo che vorrei.

Sono due canzoni che sembrano chiudere un cerchio. Il ragazzo che sbraitava una vita spericolata ora ci suggerisce di non spingere solo l’accelelatore e che non siamo soli a cercare un senso a questa vita.

Ma Vasco non e’ mai retorico. Infatti ha un grande senso dell’ironia, tale che tra Un Senso e Il mondo che vorrei si era sbizzarrito con la classica Deviazioni durante la quale aveva introdotto ogni membro della sua band e invocato il sempre presente saluto al compianto Massimo Riva: “Massimo, sei sempre con noi!”


E per il bis?

Una classica sedia teatrale viene messa al centro del palco, davanti al pubblico. Ed ecco il Vasco cantautore che torna da solo con una chitarra acustica.

Appoggia il piede destro sulla sedia, la chitarra sulla coscia e attacca una strepitosa versione di Sally, punta di diamante del suo repertorio. Le dita della mano destra  percuotono le corde della chitarra in un misto di rabbia e realizzazione che la vita infine e’ come un brivido che vola via, e’ tutt’un equilibrio sopra la follia… Una grande ovazione e la band torna in palco per rendere omaggio ad una lunga, spericolata e coraggiosa carriera con l’inossidabile Vita spericolata per poi terminare con l’intima Albachiara dove Vasco, oltre alla maglietta inzuppata di sudore, forse lascia anche un pezzetto del suo cuore sul palco londinese del vecchio e mitico Odeon, ora Apollo, di Hammersmith.




“Vasco e’ stato baciato dall’universo”  mi ha detto Antonella Stagno di Novara che era in fila dalle 11 del mattino per prendersi un posto sotto il palco. “Mio nonno direbbe che gli e’ nevicato sul sedere” ha ribattuto l’amica Paola per esprimere quanto fortunato sia questo rockstar di Zocca.


Si sente nell’aria che, suonare in un teatro  ha fatto venir voglia a Vasco di tornare a suonare in posti piu’ piccoli degli stadi e Arene che lo hanno ospitato negli ultimi 20 anni. Che una tornee tetarale sia in programma? Molto probabilmente si.